Testimonianze

 

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Come avete letto nella pagina precedente, alla nostra rivista è stato attribuito il 1° Premio Speciale Riviste Culturali Padus Amoenus 2004, rappresentato da una graziosa targa. E allora il Direttore deve aver pensato che una targa val bene un viaggio nel profondo est, per la precisione a Sissa di Parma. Per non muoversi da sola ha inventato per me un incarico da autista e per Massimiliana De Vecchi una recitazione delle poesie premiate, che per la verità era lo scopo principale della manifestazione che infatti si intitolava "9° Premio Letterario Internazionale" ecc ecc.

Del Premio il Direttore non ha parlato e la targa ha fatto solo una modesta apparizione in un editoriale, ma potevo io esimermi dallo sfogarmi con la macchina fotografica e con un trafiletto di "Vita di Redazione"? E allora nonostante la privacy non chiedo il permesso a nessuno e vi propongo tutto il materiale, edito e inedito.

 

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VITA DI REDAZIONE

“Andiamo a Parma a ritirare un premio, …non esattamente a Parma, un paese vicino…” Il Direttore mi lancia il nome al volo,  praticamente capisco solo le due esse centrali. A tempo perso controllo sulla mappa: c’è un Sissa a nord di Parma e un Sesso ovviamente a sud. Mi spiegano che andremo a Sissa che però non fa rima con culatello, pazienza.

Partiamo alle 10 del mattino, un’ora comoda; ci accompagna l’attrice che leggerà le poesie premiate. Da Livorno a Parma è tutto autostrada, poi seguiamo i cartelli: la statale che ci porta al paese si snoda semideserta nella campagna assolata del mezzodì. Siamo invitati a pranzo e puntualmente verso le 13 ci affacciamo nel centro di Sissa. Il Direttore è soddisfatto: siamo a destinazione senza aver sbagliato strada neppure una volta. Adesso basta chiedere dove si trova la trattoria. Beh, anche la più operosa provincia a quell’ora siede a tavola e quindi il paese è deserto. Fermo una signora mentre sta abbassando la saracinesca e lei gentilmente mi informa che dobbiamo tornare indietro sulla strada per Parma fino alla rotatoria, quella nuova, non possiamo sbagliare, il ristorante è lì. Ripercorriamo inutilmente la strada e ci interroghiamo: sarà la fame che non ci fa vedere la rotatoria? La campagna è sempre più calda e vuota. Telefoniamo al nostro anfitrione che ci dice che il ristorante lo conoscono tutti, basta chiedere. Alla fine ci guida verso l’altra strada per Parma e fortunosamente occupiamo gli ultimi tre posti a tavola in tempo per afferrare un residuo di culatello.

 

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Alle 16, nel teatro cittadino, inizia la lunga premiazione de concorso internazionale di poesia. Tra i primi premiati è la moglie di Tito Stagno il quale, presente, è invitato a ripetere per la milionesima volta la sensazione provata quell’estate del 1969… Un bravo violinista russo interpreta una moderna trascrizione per violino della famosa toccata di Bach, una brava arpista accompagna le letture della nostra amica e si esibisce in un a solo.

 

 

Vi sono premi anche per le riviste culturali. In omaggio agli ospiti stranieri presenti per la prima volta, La Ballata viene premiata per ultima, così il Direttore decide di rinunciare al discorso per non gravare sulla pazienza degli astanti.

 

 

Usciamo alle 19, il sole è ancora alto, scatto le foto al premio e alla premiata su uno sfondo di grano acerbo macchiato di papaveri maturi.

Risaliamo in auto, il Direttore è pensoso, poi sbotta “voglio il parmigiano”. Sono pienamente d’accordo e dirigo verso il primo caseificio. Una fetta di formaggio dura meno della targa, ma promette sensazioni eguagliabili solo da un sublime culatello.

 

 

 

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