MARCELLO LANDI

"La memoria demente"

Editore Florida, Roma 1982

Prefazione di Sangiuliano
 
........Dei poeti veri Landi è tra i più riservati e fra gli scriventi uno dei meno coatti nella fabbrica e poi nella ostentazione del ruolo culturale e letterario. Sicché, per fortuna, la colpa di certi rischi è molto anche sua, nell'incapacità di seguire il vento cantando in coro e frenando al momento giusto. Invece fedele a una vita ordinata all'arte, soprattutto oggigiorno che non fa moda, non si collega troppo coi ragionieri d'accademia e i viziati d'alternativa: anche per ciò la sua è memoria demente, segno della rottura di un meccanismo fondamentale come la rimozione.(.....)
.........Sono versi corposi, ma risonanti, quasi dotati di uno spessore vibrante, perfino quando cadono nel parlato più quotidiano (verbalità però drasticamente e traumaticamente recuperata dopo Horror vacui) e si direbbe che ora - più che in pittura - si vogliono risolvere in scultura, per la forma indurita di un paesaggio che comunque mantiene fiato e colore.
.........C'è semmai una purissima regressione, sciolta dai meccanismi complementari, efficace a produrre una coscienza più chiara delle cose già sognate, di una passione intatta attraverso gli anni, che pur deve cessare, in un colpo solo, quando gli anni decidono; e i versi stessi corrono tutti i rischi di un equilibrio psichico conservato a malapena in seno all'amarezza di un'anima che dura tenuta in vita soltanto dal ricordo e dalla paura. (....)
..........Il respiro potente di questi versi, talvolta al limite ( e anche, talatra, al di là) del controllo formale, risente certo di echi novecenteschi inordinati e assimilati al fondo di un genuino amore per la poesia, ma un nome si può fare: Dino Campana, per un espressionismo che pure vive in un linguaggio ormai abbastanza asciutto, senza bisogno del raffreddamento ad opera di forme surrealiste, così come mi pare sia avvenuto, soprattutto in pittura, non di rado nell'opera del poeta.
(.....)
Sangiuliano
 
Ho chiesto la resa dei conti
nella stanza che guarda gli alberi
senz'altro dire, davanti agli alberi
il documento giallo della fine.
Ho perduto un ritmo dalla pianola,
un ritmo dalla vita, vorrei ritrovarlo
per tronare ragazzo, nel libeccio
ma questo disco non esiste ancora,
la musica è questa, la mia casa è là,
le radici gungono fino a lei,
gli amici vegliano e non sanno,
dentro di se, di chiamarmi. Io ascolto
ma non so più di rivedervi
tra i sugheri freddi come gli ossi.
(pag.17)
 
..............
 
...................................................................L'erba è cresciuta
....................................................................fin dentro il pozzo,
....................................................................segno di vita, certo,
....................................................................Ma nel fondo, io dissi,
....................................................................c'era il corpo di Lea,
....................................................................così l'erba è cresciuta
....................................................................sopra il suo corpo.
....................................................................Tu gli vuoi bene?
....................................................................a ciò che è vita, sì,
....................................................................tu non hai ansie?
....................................................................E' un nuovo morbo?
....................................................................No, ma è una croce,
....................................................................Lea la portò con se.
 
....................................................................Cominciò a zampillare,
....................................................................sai che faccio, rientro,
....................................................................va bene, ti seguo
....................................................................e guardai dietro
....................................................................l'erba che mi afferrò la mano.
....................................................................(pag.25)(
 
 
 
Stanotte le statue si sono innalzate
al cielo, avevano attinto
al sangue di Scipione,
così il fiume è diventato vermiglio
come le angurie sul ponte,
poi la città si è spezzata nel tuono,
nessuno correva,
nessuno chiamava,
si è fatto, un tratto, giorno,
il fiume scorreva illimpidito
da quella febbre,
le statue, vedete, sono ferme,
nessuno, sui ponti, le soccorse
con funi o alte scale,
sono ferme, chiedete, chiedete loro
il mistero di quella notte.
(pag.33)
 
 
...................................................................Verrà l'estate e un lungo viaggio
...................................................................sarà per noi
...................................................................incalliti agli stucchi dei vetri.
...................................................................Andremo, certo, a trovare gli amici,
...................................................................quei pochi che restarono a fianco
...................................................................nel male.
...................................................................
...................................................................Sono un malato " speziale"
...................................................................e questa è una domenica demente;
...................................................................chiamo qualcuno, qualcuno chiamo,
...................................................................guardo dai vetri, mi perdo lassù,
...................................................................qualcuno esiste e guarda il mio viso.
...................................................................(pag.47)
 
 
.......Se la maremma piena dei miei anni
ha regolato questa vita
con le sue ombre al vento,
se questa vieta solitudine
mi chiude nel suo giro
stolido di gesti e di pensieri,
se l'anima non ha chi le somigli
assolvi e libera dal cerchio
affumicato, almeno il cuore.
 
(nota : l'avere scelto, da questo volume, solo alcuni brani e non altri, non esprime un giudizio critico ma risponde a mere esigenze di spazio)

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