MARCELLO LANDI

 

UOMO A UOMO

Biblioteca dell' Ussero

Diretta da Vittorio Vettori

Giardini Editore Pisa 1963

 

 
ICS
Per
tornare con la gamba lunga
alla poesia,
ho dovuto ampliare la porta,
trovare la vita
Era, questa'ansia, il corpo di un intruso;
l'ho spinta nel vuoto a liberarmi.
 
 
AVVIO
Notte sull'erba, pensa la luna,
il carro balla. Canta maremma:
"La barca è una cuna, sogni raduna..."
notte su erba, luna uno stemma.
 
E canta: " Mi chiamano maremma,
il cacciator che va perde la penna,
la donna che ci va perde la gemma,
il matto senza cure riassenna"
 
Hanno le rondini occhi d'ulivi,
d'un tenero diavolo hanno il pelo,
una lumaca portano dai rivi,
sono del diavolo e vanno il cielo.
 
IO NON SO QUALE FU IL MIO PAESE
 
.........
 
Forse il mio sangue fu sempre malato,
non sono mai andato d'accordo
con i canti sull'aia,
negli occhi dei passeri scoprivo la verità
più chiara e semplice di quella dei poeti.
 
Io non so quale fu il mio paese,
quella mano di case si stagliava dal niente,
portava al mare portava ai monti:
là, in quei voli, gli inesplicabili treni....
 
 
 
AVVENTO
 
Ascolta, ascolta: la poesia
non ha, dell'uomo, soltanto la musica. Anche la morte
la poesia ha. E il cuore, gli estri. Quali epopee
in questi riti! Volevo
chiedere dove va il mondo. Perche siam qui,
cosa facciamo.
Siamo andati stamani, tra i cipressi,
ammaccati di nubi del Verano. I corpi stan lì,
le teste dei morti ci guardavano,
si voltavano le teste dei morti.
 
Forse,
avrebbero voluto tornare nell'aria
e vedere come finisce la storia
dell'uomo che sarà vivo per ultimo
e poi, insieme, dove andremo in taboga.

(nota : l'avere scelto, da questo volume, solo alcuni brani e non altri, non esprime un giudizio critico ma risponde a mere esigenze di spazio)

 

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