Recensioni aprile 2014

 

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Sergio Bologna - Banche e crisi - Derive Approdi, 2013

 

Nell’ultimo volume di Sergio Bologna “Banche e crisi. Dal petrolio al container”, edito da Derive Approdi, Bologna, già docente in varie università in Italia e Germania, lo studioso e consulente nel settore portuale che tanto interesse suscita con le sue analisi, ha spiegato come il libro contenga quattro saggi, il primo dei quali sugli scritti di Marx non quale teorico economista ma come giornalista, corrispondente di un importante giornale di New York per cui scrisse straordinarie analisi sulla formazione del mercato mondiale e delle grandi reti di trasporto che stava avvenendo all’epoca; strutture basilari su cui il mercato mondiale tuttora poggia; e fu subito necessario a quel tempo inventare nuovi strumenti finanziari, le s.p.a e la prima banca d’affari della storia. Su questo scenario analizzato da Marx, si sono mosse anche le persone che hanno costruito la portualità moderna, tra cui Pasquale Revoltella che investì notevoli risorse personali nella Compagnie Universelle du Canal de Suez, personaggio fondamentale nella storia del porto di Trieste; e Raffaele De Ferrari, idem per il porto di Genova, che si associò ai fratelli Pereire per costituire il Crédit Mobilier, la prima banca d’affari della storia della finanza moderna. Gli ultimi due saggi di Bologna riguardano la finanza dello shipping, in un settore che oggi sembra in procinto di una crisi simile a quella dei mutui subprime. Anche la BCE ha chiesto di tenere sotto controllo questo settore; si è investito troppo, e in maniera speculativa, creando un eccesso di offerta che ha fatto crollare i noli e quindi la redditività delle imprese, il valore degli asset. Nel 2014 entreranno in servizio 56 navi ultralong, superiori a 14.000 teu, e nel 2015 navi ancora più grandi. Le navi più grandi non danno un servizio migliore, ci mettono di più e danno un minor servizio di rating. In realtà la crisi che sta attraversando l’occidente non è stata dei subprime, ci sono state altre ragioni strutturali: a partire dagli anni ’70 l’industria italiana ha subito duri colpi, dalla distruzione della chimica alla Fiat alla Telecom all’Alitalia; stiamo mettendo in grande difficoltà le medie imprese e distruggendo le piccole, in un sistema dove la logistica costa perché ha un livello di tecnologia bassissimo. Questo paese ha scelto di non fare una pianificazione della portualità adeguata, e l’Unione Europea ha fatto una scelta di deregulation selvaggia dell’autotrasporto. Il volume contiene una postfazione di Gian Enzo Duci, che sottolinea come l’attuale crisi economica e finanziaria del capitalismo mondiale, forse la più estesa e complessa di sempre, abbia avuto il merito di suscitare il riemergere del pensiero critico sopito in tempi in cui si era arrivati anche a sostenere che la storia fosse finita.

Cristina Battaglini

 

 

 

 

 

Arturo Molinari – Il Cireneo  - Ibiskos Ulivieri, 2013

 

Cireneo: nomen, omen. Oltre il duplice ruolo nella scansione delle feconde pagine di Arturo Molinari può assurgere ad un simbolo della nostra avventura storica. Forse mai come oggi la tribù globale del pianeta è “angariata” cioè costretta a portare il braccio della Croce sul Calvario della nostra era. Dall’aviaria all’aviazione passando per banche e mafie non mancano croci da portare. La storia o meglio le storie cucite in un dinamico tappeto di pagine da Arturo Molinari - anche in questo caso come direbbe una protagonista filologa classica del romanzo il nome dell’autore indica il mulino di idee e la macina continua del plot (Müller von Heute und von Geschichte) - rispecchiano il ventaglio delle tematiche del nostro tempo con un incontro da romanzo gotico (non mancano cattedrali e cimiteri con cripte) fra l’euristica filosofica teologica (bellissimo il confronto fra Anassagora e Teilhard de Chardin!) e la bramosia di potere che fa sognare quella ambizione annunciata fino dalle tentazioni evangeliche nel deserto: essere il sostituto del Pantokrator, libidine di onnipotenza con dinamiche delinquenziali. Anche in questo caso il testo, voluminoso e affascinante, si inserisce in un filone che da tempo batte alle porte delle librerie e dello schermo: il tema apocalittico è ormai lontano dai marziani e dalle guerre atomiche degli anni cinquanta-sessanta e nuove catastrofi, con concorsi di magie nuove e vecchie, vengono presentate spesso purtroppo in concorrenza con la cronaca. Doverose due parole sullo stile del Molinari. Potente e delicata la capacità “icastico-scultorea” di descrivere i personaggi tanto da renderli familiari al lettore insieme con tutti i loro contorni geografici e linguistici. “Hitchcockiana” potrebbe essere definita la sua abilità giallesca di adescare l’attenzione su particolari inquietanti che poi sfumano di fronte ai veri colpevoli. Tecnica di maestri del “criminal book” e della “detective story” come Agatha Christie e John Dickson Carr. Un segnalibro da non dimenticare che accompagna molte pagine è una ironia intuffata nel salmastro ligure e nello iodio labronico.

 Cristiano Mazzanti

 

 

 

 

Giulia Perni   Mascagni forever, – Sillabe Editrice, Livorno

 

La casa editrice Sillabe ha recentemente realizzato l’originale volume “Mascagni forever. L’autore, gli interpreti, la critica”, a cura di Giulia Perni e con la consulenza editoriale di Fulvio Venturi. Il volume vede la luce in concomitanza con i 150 anni della nascita di Mascagni, e si apre in maniera suggestiva con una foto del compositore seguita dalla pagina di uno spartito autografo, “Intermezzo” di “Cavalleria Rusticana”, uno dei brani più amati del compositore. Mascagni è “Forever”, per sempre, dice il libro. Autore di Cavalleria Rusticana e di più di altre quattordici opere, ad ognuna delle quali è dedicato subito dopo, nel volume, ampio spazio con abbondanza di foto: L’amico Fritz, Silvano, Isabeau… Il volume contiene, tra gli altri, saggi di Alberto Paloscia, Gianandrea Gavazzeni, Cesare Orselli, Fulvio Venturi, Guia Farinelli Mascagni. Dopo un’altra più rapida galleria di foto stavolta a colori, si apre una sezione con interviste a famosi cantanti lirici tra cui Luciano Pavarotti, Andrea Bocelli, Mirella Freni, Cecilia Gasdia, e direttori d’orchestra, tra cui Zubin Mehta, Mario Menicagli, Ennio Morricone, registi, giornalisti: ognuno di loro ci parla di Mascagni. Mascagni è “forever”, come conferma Alberto Paloscia nel parlare del “Progetto Mascagni”: oltre vent’anni di Mascagni-Renaissance, confermata dalle opere rappresentate in questi ultimi anni e dai convegni di studi organizzati. Il volume si chiude con un saggio diGiovanni Vitali dal titolo “Mascagni e il Maggio Musicale Fiorentino”.

CristinaBattaglini

 

 

 

 

 

 

 

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