Recensioni marzo 2019

 

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Angelo Gilardino - Mario Castelnuovo-Tedesco- Un fiorentino a Beverly Hills. - Ed. Curci, 2018

 

Grazie alla disponibile e preziosa concessione di un membro dell' Associazione Culturale 'La Rondine' , ho potuto leggere e documentarmi su questa interessante biografia. Un piccolo tesoro a livello culturale, musicale, ma anche essenziale per il paese di Usigliano di Lari. All'apparenza questo borgo di sole duecentocinquanta anime, sembra dimenticato dal tempo e dallo spazio, ma a volte le testimonianze dei paesani  possono offrire utili tasselli per ricostruire il patrimonio di un angolo da sogno toscano nascosto e protetto da filari di cipressi. Qui troviamo Mario Castelnuovo-Tedesco, un famoso musicista dell' epoca di origini ebraiche, che spostandosi da Firenze riesce grazie alla famiglia Forti a ottenere la Villa all'epoca di proprietà Gamba-Castelli.  Ai tempi un Usigliano inconsapevole di un simile successivo riscontro, di recente invece si ritrova convocato in uno studio notarile che non ha dimenticato l'importante testamento, di cui va ancora beneficiando. Un uomo dall'aria elegante e studiosa che va a passeggio oppure in calesse tra le frazioni circostanti con indosso pantaloni di velluto.­ Un artista che grazie alle sue opere musicali ha dato pregio a se stesso e al cuore toscano usiglianese. Grazie al maestro Castelnuovo i filari dei suoi cipressi sono diventati famosi e il passaparola delle sue opere verrà diffuso anche a livello internazionale. Il testo letto riporta perfino lo spartito musicale inerente al 'brano dei Cipressi'. Le note e i ritmi si intercalano con estrema precisione e sicura creatività attraverso una grafia distinta e nitida. Le descrizioni della Villa in cui ha abitato, della moglie Clara Forti (una storia d'amore all'inizio tormentata, ma poi vissuta alla luce del sole), sulla nascita dei figli e sul rapporto con la famiglia Liuzzi, essenziale per i suoi contatti e per un legame di sincera amicizia e profonda fraternità. Castelnuovo, autore di buone musiche dettate dall'amore per la campagna toscana, ma anche creatore di canzoni, filastrocche e poemi adatti all'infanzia e a chi prova almeno un pizzico di fascino per i vigneti, le colline e i paesaggi usiglianesi. Anche Lari gli rimane nel cuore e nell'anima. La passione per le opere di Shakespeare lo portano a chiamare i figli come alcuni personaggi delle sue opere più importanti.  Mario Castelnuovo-Tedesco definisce Usigliano come uno dei luoghi più belli del mondo e quando dovrà lasciarlo per l'imminenza della promulgazione delle leggi razziali, scriverà un testo di addio alla terra che gli rimarrà sempre nel cuore. Nel dopoguerra però vi farà ritorno, ma le condizioni economiche e post belliche insieme all'improvvisa scomparsa dell'amico Ferdinando Liuzzi porteranno alla vendita della Villa da parte del musicista e degli stessi Liuzzi.­­ Soltanto oggi possiamo godere di questa storia biografica grazie alla gentile concessione di foto e di documenti conservati da un 'università americana, ma soprattutto ai portavoce paesani di un 'tempo che fu' e di coloro che sono ancora in vita.

Francesca Ghiribelli

 

 
 

Goffredo Parise  -  L'eleganza è frivola - Rizzoli Ed., 2000

 

Pare che l'amore sia un selvaggio e da tale si comporti. In tanta curatissima bellezza, e pure quella della natura, lo spirito universale (che noi compendiamo nell' immensa dicitura Spirito Santo, Dio, Allah, Buddah) scivola intorno. Lo spirito fa soffrire quando vuole formarci, e ci compenetra. L'amore è frigido perché si svolge, in Giappone, attraverso un algido gioco, lindo, forse, o meglio, asettico. Unico tratto di affinità, il sorriso - un ringhio da noi, una levità d'arcobaleno il loro. Per entrare nel cuore di questa realtà, Goffredo Parise decide d'inoltrarsi in una casa chiusa, così si chiamano le case di piacere (casini) dopo la legge Merlin.­ Un esempio cammina e cammina Parise entra in un locale dove tutte le prostitute sono vestite da hostess, tutte stampano in fronte allo sguardo dell' altro un uguale sorriso, puntando magari al punto centrale fra e sopra gli occhi (il terzo occhio).E non praticano altro cioè, incantandoti, ti svegliano alla loro civiltà, aprendo l'occhio che solo può vederla (chiamiamolo cuore). La modernità, qui, non è mai passata. Dopo la guerra, Hiroshima, Nagasaki, i Giapponesi hanno rifiutato con l'orgoglio nel cuore la modernità che si proponeva dai paesi occidentali, e si è sentita sicura come una barca fra i marosi, e ondeggiando bella bella con la sue fantasie di carta dipinta e lavorata come haiku quadridimensionali che proprio per questo sono fantasie eliminabili senza traumi come fatti naturali.­ La memoria non è questione di un giorno, di una corona o peggio di un povero dispiacere. In tutto il Giappone il rispetto del mistero dei morti si venera a ogni passo, a ogni gesto, persino, forse, passi tali che portano nell'infinità. Le prostitute sono semplici ma con il loro disarmante sorriso dicono: "vorremmo tenervi, elementi". E, infatti, li contengono. E la celebre lanterna rossa è alta, alta sul moggio perché tutti la vedano, come quella di cui detta il Vangelo.

 

Silvia Palatini

 
 

Mario Testa  -  L'ATTESA  -  Ed. Tigulliana, 2018

 

La storia, lunga centinaia di migliaia di anni, dell’umanità a noi più vicina è composta di molte fasi, svolte importanti, e mille sfaccettature anche in ciò che si potrebbe ritenere di ordinaria amministrazione. Mario Testa esamina tutte le cause e gli effetti, i fatti salienti e curiosi, con l’abilità di cogliere i particolari più interessanti per formare una collana organica ad un pensiero storico che ci propone in una arguta rivisitazione cronologica e tematica.

È un libro intenso come i precedenti, scaturiti dall’ampia cultura umanistica e storica dell’autore, ma anche un libro per tutti, appassionati di storia o semplici curiosi dell’animo umano. Dal pozzo profondo della cultura l’autore attinge inserti, rimandi, citazioni, e un’utile bibliografia per venire in soccorso al lettore che dovesse perdersi in questo affastellarsi di informazioni.

Alla preistoria è riservato solo l’incipit, quindi emerge prepotentemente la sapienza della parola scritta e negli ultimi cinquemila anni la storia ci ha raccontato di tradizioni, religioni, scienze, attraverso le quali il pensiero filosofico e la coesione sociale hanno formato l’uomo moderno. L’uomo moderno nasce quindi da un crogiolo alchemico, proprio come da una pozza vulcanica nacque il primo segmento di RNA e il primo batterio. La nascita della vita sulla terra avvenne a nostra insaputa, ma con l’avvento delle prime civiltà l’uomo perse l’innocenza. Il viaggio è affascinante e questa collana di brevi saggi ci propone visioni generali e particolari attraverso testimonianze storiche e filosofiche: parole scritte dall’uomo per essere lette dall’uomo. Se le antiche biblioteche di Babilonia e di Roma erano probabilmente precluse ai più ciò non è vero ai giorni nostri e un’esposizione così chiara e organica rappresenta un invito ad essere curiosi. Dovremmo augurarci di mantenere sempre negli anni il desiderio di conoscere e la capacità di stupirci.

Questo modo estremamente piacevole di percorrere la storia permette a ognuno di seguire il proprio passo, fermandosi per approfondire gli argomenti come consentono le frequenti citazioni e la bibliografia, oppure correre avanti al prossimo capitolo. E ne troveremo di perle che catturano l’interesse, come ad esempio l’acuta disamina del “Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli” di Vincenzo Cuoco dove spicca una citazione: moltissimi aveano la repubblica sulle labbra, molti l’aveano nella testa, pochissimi nel cuore… che merita un’attenta riflessione.

Una volta di più comprendiamo che l’umanità è figlia del proprio passato ma genitrice del proprio futuro e, citando un filosofo che non amava le citazioni: “Il lungo percorso della storia ha un inizio ma non una fine, almeno per chi considera il presente un’attesa.”

Arturo Molinari

 

 

 

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