Recensioni marzo 2019 |
Angelo Gilardino - Mario Castelnuovo-Tedesco
Grazie
alla disponibile e preziosa concessione di un membro dell' Associazione
Culturale 'La Rondine' , ho potuto leggere e documentarmi su questa
interessante biografia. Un piccolo tesoro a livello culturale, musicale, ma
anche essenziale per il paese di Usigliano di Lari. All'apparenza questo borgo
di sole duecentocinquanta anime, sembra dimenticato dal tempo e dallo spazio,
ma a volte le testimonianze dei paesani
possono offrire utili tasselli per ricostruire il patrimonio di un
angolo da sogno toscano nascosto e protetto da filari di cipressi. Qui troviamo
Mario Castelnuovo-Tedesco, un famoso musicista dell' epoca di origini ebraiche,
che spostandosi da Firenze riesce grazie alla famiglia Forti a ottenere la
Villa all'epoca di proprietà Gamba-Castelli.
Ai tempi un Usigliano inconsapevole di un simile successivo riscontro,
di recente invece si ritrova convocato in uno studio notarile che non ha
dimenticato l'importante testamento, di cui va ancora beneficiando. Un uomo
dall'aria elegante e studiosa che va a passeggio oppure in calesse tra le
frazioni circostanti con indosso pantaloni di velluto. Un artista che grazie
alle sue opere musicali ha dato pregio a se stesso e al cuore toscano
usiglianese. Grazie al maestro Castelnuovo i filari dei suoi cipressi sono
diventati famosi e il passaparola delle sue opere verrà diffuso anche a livello
internazionale. Il testo letto riporta perfino lo spartito musicale inerente al
'brano dei Cipressi'. Le note e i ritmi si intercalano con estrema precisione e
sicura creatività attraverso una grafia distinta e nitida. Le descrizioni della
Villa in cui ha abitato, della moglie Clara Forti (una storia d'amore
all'inizio tormentata, ma poi vissuta alla luce del sole), sulla nascita dei
figli e sul rapporto con la famiglia Liuzzi, essenziale per i suoi contatti e
per un legame di sincera amicizia e profonda fraternità. Castelnuovo, autore di
buone musiche dettate dall'amore per la campagna toscana, ma anche creatore di
canzoni, filastrocche e poemi adatti all'infanzia e a chi prova almeno un
pizzico di fascino per i vigneti, le colline e i paesaggi usiglianesi. Anche Lari
gli rimane nel cuore e nell'anima. La passione per le opere di Shakespeare lo
portano a chiamare i figli come alcuni personaggi delle sue opere più
importanti. Mario Castelnuovo-Tedesco
definisce Usigliano come uno dei luoghi più belli del mondo e quando dovrà
lasciarlo per l'imminenza della promulgazione delle leggi razziali, scriverà un
testo di addio alla terra che gli rimarrà sempre nel cuore. Nel dopoguerra però
vi farà ritorno, ma le condizioni economiche e post belliche insieme
all'improvvisa scomparsa dell'amico Ferdinando Liuzzi porteranno alla vendita
della Villa da parte del musicista e degli stessi Liuzzi. Soltanto oggi
possiamo godere di questa storia biografica grazie alla gentile concessione di
foto e di documenti conservati da un 'università americana, ma soprattutto ai
portavoce paesani di un 'tempo che fu' e di coloro che sono ancora in vita. Francesca
Ghiribelli
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Goffredo Parise - L'eleganza è frivola - Rizzoli Ed., 2000
Pare
che l'amore sia un selvaggio e da tale si comporti. In tanta curatissima
bellezza, e pure quella della natura, lo spirito universale (che noi
compendiamo nell' immensa dicitura Spirito Santo, Dio, Allah, Buddah) scivola
intorno. Lo spirito fa soffrire quando vuole formarci, e ci compenetra. L'amore
è frigido perché si svolge, in Giappone, attraverso un algido gioco, lindo,
forse, o meglio, asettico. Unico tratto di affinità, il sorriso - un ringhio da
noi, una levità d'arcobaleno il loro. Per entrare nel cuore di questa realtà,
Goffredo Parise decide d'inoltrarsi in una casa chiusa, così si chiamano le
case di piacere (casini) dopo la legge Merlin. Un esempio cammina e cammina
Parise entra in un locale dove tutte le prostitute sono vestite da hostess, tutte
stampano in fronte allo sguardo dell' altro un uguale sorriso, puntando magari
al punto centrale fra e sopra gli occhi (il terzo occhio).E non praticano altro
cioè, incantandoti, ti svegliano alla loro civiltà, aprendo l'occhio che solo
può vederla (chiamiamolo cuore). La modernità, qui, non è mai passata. Dopo la
guerra, Hiroshima, Nagasaki, i Giapponesi hanno rifiutato con l'orgoglio nel
cuore la modernità che si proponeva dai paesi occidentali, e si è sentita
sicura come una barca fra i marosi, e ondeggiando bella bella con la sue
fantasie di carta dipinta e lavorata come haiku quadridimensionali che proprio
per questo sono fantasie eliminabili senza traumi come fatti naturali. La
memoria non è questione di un giorno, di una corona o peggio di un povero
dispiacere. In tutto il Giappone il rispetto del mistero dei morti si venera a
ogni passo, a ogni gesto, persino, forse, passi tali che portano nell'infinità.
Le prostitute sono semplici ma con il loro disarmante sorriso dicono:
"vorremmo tenervi, elementi". E, infatti, li contengono. E la celebre
lanterna rossa è alta, alta sul moggio perché tutti la vedano, come quella di
cui detta il Vangelo.
Silvia Palatini |
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Mario Testa - L'ATTESA - Ed. Tigulliana, 2018
La storia, lunga centinaia di migliaia di anni, dell’umanità
a noi più vicina è composta di molte fasi, svolte importanti, e mille
sfaccettature anche in ciò che si potrebbe ritenere di ordinaria amministrazione.
Mario Testa esamina tutte le cause e gli effetti, i fatti salienti e curiosi,
con l’abilità di cogliere i particolari più interessanti per formare una
collana organica ad un pensiero storico che ci propone in una arguta
rivisitazione cronologica e tematica. È un libro intenso come i precedenti, scaturiti
dall’ampia cultura umanistica e storica dell’autore, ma anche un libro per
tutti, appassionati di storia o semplici curiosi dell’animo umano. Dal pozzo
profondo della cultura l’autore attinge inserti, rimandi, citazioni, e un’utile
bibliografia per venire in soccorso al lettore che dovesse perdersi in questo
affastellarsi di informazioni. Alla preistoria è riservato solo l’incipit, quindi
emerge prepotentemente la sapienza della parola scritta e negli ultimi
cinquemila anni la storia ci ha raccontato di tradizioni, religioni, scienze,
attraverso le quali il pensiero filosofico e la coesione sociale hanno formato
l’uomo moderno. L’uomo moderno nasce quindi da un crogiolo alchemico, proprio
come da una pozza vulcanica nacque il primo segmento di RNA e il primo
batterio. La nascita della vita sulla terra avvenne a nostra insaputa, ma con
l’avvento delle prime civiltà l’uomo perse l’innocenza. Il viaggio è
affascinante e questa collana di brevi saggi ci propone visioni generali e
particolari attraverso testimonianze storiche e filosofiche: parole scritte
dall’uomo per essere lette dall’uomo. Se le antiche biblioteche di Babilonia e
di Roma erano probabilmente precluse ai più ciò non è vero ai giorni nostri e
un’esposizione così chiara e organica rappresenta un invito ad essere curiosi.
Dovremmo augurarci di mantenere sempre negli anni il desiderio di conoscere e
la capacità di stupirci. Questo modo estremamente piacevole di percorrere la
storia permette a ognuno di seguire il proprio passo, fermandosi per
approfondire gli argomenti come consentono le frequenti citazioni e la
bibliografia, oppure correre avanti al prossimo capitolo. E ne troveremo di
perle che catturano l’interesse, come ad esempio l’acuta disamina del “Saggio
storico sulla rivoluzione di Napoli” di Vincenzo Cuoco dove spicca una
citazione: moltissimi aveano la
repubblica sulle labbra, molti l’aveano nella testa, pochissimi nel cuore…
che merita un’attenta riflessione. Una volta di più comprendiamo che l’umanità è figlia
del proprio passato ma genitrice del proprio futuro e, citando un filosofo che
non amava le citazioni: “Il lungo percorso della storia ha un inizio ma non una
fine, almeno per chi considera il presente un’attesa.” Arturo Molinari |
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