Recensioni luglio 2013

 

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Gianna Sallustio - La sposa del sole - Genesi Editrice - 2013

 

L’ultimo lavorodi Gianna Sallustio conferma ancora una volta le sue doti di scrittrice esperta e coinvolgente. Questa volta la sua narrazione ci trasporta in una Paese lontano, il Perù, visto come magico e misterioso del quale indaga il passato remoto, le genti che lo abitarono, con i loro riti, religioni ed usanze per giungere poi ai tempi nostri. La sua conoscenza nasce sia da studi condotti su testi specifici, sia dall’esperienza diretta, avendo visitato il Perù in lungo e in largo, convinta che il sapere si fondi anche sull’esperienza diretta. Il protagonista è un archeologo, docente delle civiltà degli Inca presso l’Università di Pittsburg. Anche la sua ex moglie con la quale collabora nelle ricerche è appassionata archeologa, studia in particolare le pietre di Ica, cittadina a 100 chilometri da Lima. Le pietre di diverse dimensioni sono nere. Su esse sono incisi graffiti che testimoniano come animali di solito ritenuti preistorici convivessero con ominidi colti nelle loro attività quotidiane, mentre il professore compie scavi e studi tra i resti della città-stato di karol, risalenti a 5000 anni avanti Cristo. Durante la lettura cogliamo la costante tensione morale, lo sdegno che vibra nelle parole della scrittrice quando evoca le devastazioni, la brutalità, la bieca avidità e l’ottuso disprezzo dei Conquistadores spagnoli, verso i nativi massacrati e usati come schiavi, nativi che avevano invece elaborato una civiltà avanzata, mirabile ed originale. Il pathos raggiunge l’apice nell’ultimo capitolo che dà il titolo al libro, appunto, La Sposa del Sole. Protagonista Yanita, una fanciulla di 11 anni, bella e splendente nella sua purezza adamantina che viene sacrificata dai suoi genitori e dal villaggio intero per placare l’ira del vulcano Huascaran che minaccia di morte con terremoti ed eruzioni di fuoco l’intera regione. Yanita sarà spinta nel cratere da Suo padre, capo villaggio e sciamano. Ci tornano alla mente altri sacrifici umani: Ifigenia e Isacco; e in tal modo si comprende il verso del poeta latino Lucrezio (98-55 a.c.) Tantum religio potuit suadere malorum, in cui esprime lo sdegno per coloro che usano le credenze religiose a proprio vantaggio. Alcune note anche sulla veste editoriale che seduce con una copertina riproducente un acquerello di Marisa Carabellese, nota pittrice che rimanda con colori vibranti al nucleo essenziale dell’opera, cioè il vulcano e Yanita. Ricco il corredo fotografico che testimonia il fascino antico e odierno del Perù, la ricchezza archeologica, le linee di Nasca, il Machu Picchu e l’arcaica, splendida oreficeria.

Speranza Pansini

 

 

 

 

 

Giuliana Matthieu - Lune senza tempo - Ibiskos-Ulivieri, 2013

 

Giuliana Matthieu ci dimostra quanto lei ami la poesia. Perché ci porta con coraggio dentro la sua vita partendo da ciò che l’ha colpita di più. Giuliana ci apre al suo cuore, e così ci apre alle sue poesie che sono fatte di questo. E lo fa scegliendo un frammento cui io darei il titolo di “Buio silenzioso”. A noi non rimane che leggere, per sentire le sue parole che scorrono sulla sua pelle, quello stesso lembo di carne che adesso diviene anche il nostro:“Il silenzio ammantato d’ombra pesava sul suo petto e navigava nei suoi occhi chiusi sull’eterno divenire acquattati negli angoli della sua mente gli spiccioli di una vita passata a snocciolare giorni su giorni… Poi fu un lungo salto nel buio fra le ombre che si accalcavano per vedere, per capire cosa si prova quando si lascia il mondo del reale per navigare laggiù nell’irrisolto”. Credo sia stato questo “Buio silenzioso” a indicare la via a tutta la creazione sensibile della nostra poetessa. Un buio generatore di luce per mezzo della Poesia: un’Essenza che fa splendere le parole come i fiori sotto il sole. C’è un’attenzione per la bellezza, nelle poesie di Giuliana Matthieu. Un senso del bello che parla col mondo interiore di chi lo sa guardare. È un dialogo con il tempo delle stagioni, col prato verde, con i limoni, con la cicala e il serpente. Un viaggio dialogico che riporta il lettore indietro nel tempo grazie alle immagini vive delle sinestesie. C’è amore per il linguaggio, con una cura di forme, suoni e significati che concretizzano sogni, delusioni, emozioni e visioni del mondo. La poesia di Giuliana sgorga da lontano, da una sorgente profonda del suo Sé; come da un luogo che lei ha imparato a conoscere bene con sacrificio amorevole. Un patimento che le ha insegnato che cos’è l’umanità. Andiamo dentro e oltre noi stessi, e comprendiamo che l’esperienza va mano nella mano con il verbo, avvicinandoci a ciò che di più vero può esserci nella nostra esistenza. Ecco le Lune senza tempo, di quel tempo passato in cui l’ombra si schiarisce nella narrazione poetica di oggi.

Gianluca Giunchiglia

 

 

 

 

Marcella Aglietti - L’Istituto Consolare Tra Sette e Ottocento

Edizioni ETS, 2013

È stato presentato recentemente nella Sala degli Specchi di Villa Mimbelli il volume di Marcella Aglietti “L’Istituto consolare tra Sette e Ottocento. Funzioni istituzionali, profilo giuridico e percorsi professionali nella Toscana granducale”, per le Edizioni ETS. Marcella Aglietti, docente di Storia delle istituzioni politiche al Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa, si occupa di storia istituzionale e politica in età moderna e contemporanea. Il presente volume costituisce un documento prezioso, in quanto finora la profonda trasformazione che l’istituto consolare subì tra Sette e Ottocento non era stata sottoposta ad uno studio organico nell’ottica della storia delle istituzioni politiche. Marcella Aglietti, partendo dall’analisi del ruolo svolto dai consoli esteri e propri del Granducato di Toscana, mostra come abbia costituito uno snodo centrale per la ridefinizione di nuovi, più efficaci strumenti di governo e di rappresentanza. Sulla base di fonti provenienti da numerosi archivi italiani ed esteri, si approfondisce così il processo con il quale lo Stato, nel corso della progressiva conversione in un compiuto ordinamento giuridico-amministrativo, riconfigurò gli antichi rappresentanti delle “nazioni” mercantili in un gruppo di funzionari fedeli e ad elevata professionalizzazione. Questo mutamento riguardò numerosi aspetti, dalla definizione dello status di “straniero” a una più compiuta affermazione del principio di sovranità nazionale.

Cristina Battaglini

 

 

 

 

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