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Gianna Sallustio - La sposa del sole - Genesi Editrice - 2013
L’ultimo lavorodi Gianna Sallustio conferma ancora una volta le
sue doti di scrittrice esperta e coinvolgente. Questa volta la sua narrazione
ci trasporta in una Paese lontano, il Perù, visto come magico e misterioso del
quale indaga il passato remoto, le genti che lo abitarono, con i loro riti,
religioni ed usanze per giungere poi ai tempi nostri. La sua conoscenza nasce
sia da studi condotti su testi specifici, sia dall’esperienza diretta, avendo
visitato il Perù in lungo e in largo, convinta che il sapere si fondi anche
sull’esperienza diretta. Il protagonista è
un archeologo, docente delle civiltà degli Inca presso l’Università di
Pittsburg. Anche la sua ex moglie con la quale collabora nelle ricerche è
appassionata archeologa, studia in particolare le pietre di Ica, cittadina a 100 chilometri da Lima. Le pietre di
diverse dimensioni sono nere. Su esse sono incisi graffiti che testimoniano
come animali di solito ritenuti preistorici convivessero con ominidi colti
nelle loro attività quotidiane, mentre il professore compie scavi e studi tra i
resti della città-stato di karol,
risalenti a 5000 anni avanti Cristo. Durante la lettura cogliamo la
costante tensione morale, lo sdegno che vibra nelle parole della scrittrice
quando evoca le devastazioni, la brutalità, la bieca avidità e l’ottuso
disprezzo dei Conquistadores spagnoli, verso i nativi massacrati e usati come
schiavi, nativi che avevano invece elaborato una civiltà avanzata, mirabile ed
originale. Il pathos raggiunge l’apice
nell’ultimo capitolo che dà il titolo al libro, appunto, La
Sposa del Sole. Protagonista Yanita, una fanciulla di 11 anni,
bella e splendente nella sua purezza adamantina che viene sacrificata dai suoi
genitori e dal villaggio intero per placare l’ira del vulcano Huascaran che
minaccia di morte con terremoti ed eruzioni di fuoco l’intera regione. Yanita
sarà spinta nel cratere da Suo padre, capo villaggio e sciamano. Ci tornano
alla mente altri sacrifici umani: Ifigenia e Isacco; e in tal modo si comprende
il verso del poeta latino Lucrezio (98-55 a.c.) Tantum religio potuit suadere malorum, in cui esprime lo sdegno per coloro che usano le
credenze religiose a proprio vantaggio. Alcune note anche sulla veste
editoriale che seduce con una copertina riproducente un acquerello di Marisa Carabellese,
nota pittrice che rimanda con colori vibranti al nucleo essenziale dell’opera,
cioè il vulcano e Yanita. Ricco il corredo fotografico che testimonia il
fascino antico e odierno del Perù, la ricchezza archeologica, le linee di
Nasca, il Machu Picchu e l’arcaica, splendida oreficeria.
Speranza Pansini
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Giuliana Matthieu - Lune senza tempo - Ibiskos-Ulivieri, 2013
Giuliana Matthieu ci dimostra quanto lei ami la poesia. Perché
ci porta con coraggio dentro la sua vita partendo da ciò che l’ha colpita di
più. Giuliana ci apre al suo cuore, e così ci apre alle sue poesie che sono
fatte di questo. E lo fa scegliendo un frammento cui io darei il titolo di
“Buio silenzioso”. A noi non rimane che leggere, per sentire le sue parole che
scorrono sulla sua pelle, quello stesso lembo di carne che adesso diviene anche
il nostro:“Il silenzio ammantato d’ombra pesava sul suo petto e navigava nei suoi
occhi chiusi sull’eterno divenire acquattati negli angoli della sua mente gli
spiccioli di una vita passata a snocciolare giorni su giorni… Poi fu un lungo
salto nel buio fra le ombre che si accalcavano per vedere, per capire cosa si
prova quando si lascia il mondo del reale per navigare laggiù nell’irrisolto”. Credo sia stato questo “Buio silenzioso” a
indicare la via a tutta la creazione sensibile della nostra poetessa. Un buio
generatore di luce per mezzo della Poesia:
un’Essenza che
fa splendere le parole come i fiori sotto il sole. C’è un’attenzione per
la bellezza, nelle poesie di Giuliana Matthieu. Un senso del bello che parla
col mondo interiore di chi lo sa guardare. È un dialogo con il tempo delle
stagioni, col prato verde, con i limoni, con la cicala e il serpente. Un
viaggio dialogico che riporta il lettore indietro nel tempo grazie alle
immagini vive delle sinestesie. C’è amore per il linguaggio, con una cura di
forme, suoni e significati che concretizzano sogni, delusioni, emozioni e
visioni del mondo. La poesia di Giuliana sgorga da lontano, da una sorgente
profonda del suo Sé; come da un luogo che lei ha imparato a conoscere bene con
sacrificio amorevole. Un patimento che le ha insegnato che cos’è l’umanità. Andiamo dentro e oltre noi stessi, e comprendiamo
che l’esperienza va mano nella mano con il verbo, avvicinandoci a ciò che di
più vero può esserci nella nostra esistenza. Ecco le Lune
senza tempo, di quel
tempo passato in cui l’ombra si schiarisce nella narrazione poetica di oggi.
Gianluca
Giunchiglia
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Marcella Aglietti - L’Istituto Consolare Tra
Sette e Ottocento
Edizioni ETS, 2013
È stato presentato recentemente nella Sala degli Specchi di
Villa Mimbelli il volume di Marcella Aglietti “L’Istituto consolare tra Sette e
Ottocento. Funzioni istituzionali, profilo giuridico e percorsi professionali
nella Toscana granducale”, per le Edizioni ETS. Marcella Aglietti, docente di
Storia delle istituzioni politiche al Dipartimento di Scienze Politiche
dell’Università di Pisa, si occupa di storia istituzionale e politica in età
moderna e contemporanea. Il presente volume costituisce un documento prezioso,
in quanto finora la profonda trasformazione che l’istituto consolare subì tra
Sette e Ottocento non era stata sottoposta ad uno studio organico nell’ottica
della storia delle istituzioni politiche. Marcella Aglietti, partendo
dall’analisi del ruolo svolto dai consoli esteri e propri del Granducato di
Toscana, mostra come abbia costituito uno snodo centrale per la ridefinizione
di nuovi, più efficaci strumenti di governo e di rappresentanza. Sulla base di
fonti provenienti da numerosi archivi italiani ed esteri, si approfondisce così
il processo con il quale lo Stato, nel corso della progressiva conversione in
un compiuto ordinamento giuridico-amministrativo, riconfigurò gli antichi
rappresentanti delle “nazioni” mercantili in un gruppo di funzionari fedeli e
ad elevata professionalizzazione. Questo mutamento riguardò numerosi aspetti,
dalla definizione dello status di “straniero” a una più compiuta affermazione
del principio di sovranità nazionale.
Cristina Battaglini
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