Recensioni novembre 2017

 

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Gabriella Testa - Il dottor B.

Guida Editori, Napoli, 2017

 

Come davanti ad uno di quei libri pop-up,  dove dal semplice movimento di apertura delle pagine emergono sul piano di lettura sorprendenti figure architettoniche, essenziali ma di effetto assai maggiore di un disegno o di una fotografia, e talvolta complesse per offrire maggiore profondità prospettica, così questo breve saggio di Gabriella Testa ci proietta dentro la storia di un grande personaggio del secolo scorso, che qui, in questa costruzione tridimensionale, occupa la posizione preminente, con la sua biografia e i suoi rivoluzionari scritti nel campo della pedagogia. La storia, il pensiero e le opere di Bruno Bettelheim, il Dottor B del titolo, occupano la parte centrale del saggio; una fase che si può leggere come construens ovvero a favore dello psicoanalista viennese, in quanto fedelmente riporta il successo dei suoi libri e l’entusiastica accoglienza ricevuta dalle sue teorie nel contesto pedagogico americano e internazionale, pur con brevissimi inserti critici, come a rendere più reale l’efficacia della sua opera. Ma ecco l’idea dell’autore, di inserire a sandwich due brevi ma importanti note destruens, giusto all’inizio del libro (la premessa) e quasi in chiusura (la seconda verità), come severe quinte a contenere il palcoscenico occupato da uno straripante Bettelheim. Sono note gravi, che riflettono altre critiche feroci, quasi tutte apparse qualche anno dopo il suicidio dello psicoterapeuta. Significativo il fatto che tali voci siano tutte provenienti dal panorama americano, quello che più era stato coinvolto nell’aspetto pratico delle teorie di Bettelheim applicate nella Scuola Orthogenica di Chicago. Come è lecito attendersi, l’autore non prende posizione esplicita pro o contro le teorie di Bettelheim, pro o contro il suo stile di vita: le luci e le ombre, pur palesate, sono proposte e non imposte. La vexata quaestio rimane quella del rapporto tra vizi privati e pubbliche virtù e dell’influsso degli uni sulle altre; la lettura di questo saggio stimola la curiosità e promuove il desiderio di approfondire i vari argomenti per giungere alla personale scoperta di un genio, di un impostore o di un geniale impostore.  Apprezzabile la chiosa “Psicoanalisi oggi” che trascende la questione Bettelheim e riporta in primo piano la necessità di mantenere adeguata la realtà pedagogica al tempo attuale.

Arturo Molinari

 

 

 

 

 

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