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Non tutti guardano il mondo allo stesso modo, c’è chi si concentra su un
aspetto, chi su un altro, chi addirittura su niente. Un artista, certo, ha una
marcia in più rispetto agli altri perché riesce ad osservare in modo
particolare, cogliendo sfumature nella forma e nel colore che non sono alla
portata di tutti gli occhi e di tutte le sensibilità. Le opere di Araldo Camici
ci conducono per mano attraverso un viaggio nel colore capace di fornire
sensazioni sempre diverse. Certo, il colore è un aspetto fondamentale per ogni
artista; l’affermazione è piuttosto scontata, ma non lo è nel caso di Araldo
Camici. Proverò a spiegare le caratteristiche della sua pittura usando le
parole, ma fermarsi ad osservare le sue opere, immergersi nelle sue tinte
resterà sempre il modo migliore per conoscere questo autore e condividere con
lui sensazioni nuove. Nelle sue tele vi è un’esplosione di colori, che
abbandonano i contorni delle forme, che non hanno molta importanza di fronte
alla cromaticità che Araldo concede ai suoi sentimenti, ma la realtà non è mai
dimenticata, non è mai lontana, non è mai persa. L’autore ama partire, anche se
non in modo esclusivo, dal suo vissuto, che può essere un fiore, un paesaggio,
ma anche una semplice luce o un’emozione. “I colori comunicano meglio di ogni
altra cosa” ci dice Araldo, e nel suo caso è proprio vero. Affinché i colori
possano comunicare devono essere guidati da una mano maestra, come quella di
Camici, capace di armonizzarli con carattere e decisione, senza che siano loro a
stabilire un ordine, ma imponendo, come una sfida, un amalgamarsi in sempre
nuove prospettive. Araldo Camici inizia da giovanissimo a dipingere, fin
dall’età di 12 anni, nel segreto di una piccola stanza si dedica alla pittura.
Nessuno lo ha mai indirizzato, gli ha mai comprato un pennello o un colore, fa
tutto da solo, con decisione e determinazione, stabilendo che quel mondo sarebbe
stato solo suo...
Antonella De Vito |