Recensioni Giugno 2003

 

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 Raffinata poetessa dotata di intensa interiorità che si muove in un'articolazione di riflessioni e sogni espressi con un linguaggio denso di inventiva e risorse metriche, la Busca Gernetti in questa terza silloge Ombra della Sera mantiene inalterata la sua cifra poetica in perfetta sintonia con l'incidenza simbolica delle immagini di cui aveva già dato prova nelle due precedenti sillogi: Asfodeli e La luna e la memoria. Ritualità di pulsioni laico-religiose che si accavallano e s'inseguono nel fecondo vivaio del suo universo dove la metafora dell'ombra della sera: Forse la vera essenza /si svela nel tardo crepuscolo/presso l'oscura soglia /della tetra notte/ inanella le immagini in un unico affresco visionario a raggruppare le sezioni della raccolta: Metempsicosi, Ombra della sera, Eros, Elegie sicane, Canto della terra, Notturno, Thanatos, il cui ordito si dipana come un ininterrotto racconto. La necessità di comprensione di sé, il desiderio d'immergersi nella natura: le siepi ormai bianche di petali/ le timide viole che occhieggiano/ tra il verde rigoglio del prato, mi perdo con lo sguardo nella pura/ e immensa azzurrità/ del cielo e delle onde... (Giuliana Matthieu)

 Giorgina Busca Gernetti

Ombra della sera

Genesi Editrice

 

 Franz Heinz v. Hye

Gli Schutzen Tirolesi e Trentini

e la loro storia

Casa Editrice Athesia

 

La "grande storia" sembrerebbe trovarsi in difficoltà, palcoscenico di un passato sempre meno metabolizzato dalla collettività nonostante i ricorrenti appelli al ricordo. Se fosse così, oltre ai tentativi di esorcizzare il male oscuro, servirebbe individuarne le origini. Intanto, e non da ieri, intorno alla grande storia è cresciuta una estesa foresta di "piccole storie" riflessi di scenari locali, quasi in atto un processo di neo feudalizzazione, fenomeno anche questo che meriterebbe uno studio. Tradotto dal tedesco, questo libro scritto con grande nettezza e competenza storica da Franz-Heinz v. Hye e integrato da Mons. Lorenzo dal Ponte, può considerarsi come "piccola storia" solo guardando a quella in fieri della grande patria Europa, allo stesso tempo tracimando da tale restrittiva etichetta per abbracciare un Paese identificato da un coacervo territoriale di tre regioni.Se il filo conduttore è la secolare e poco conosciuta vicenda dei corpi degli Schutzen tirolesi e trentini, ispirati ai valori Dio, patria e famiglia, l'affresco che ne risulta permette al lettore non solo di ampliare le proprie cognizioni storiche guardando dalla parte tirolese, specie durante il periodo napoleonico, ma anche di respirarne l'ambientazione e meditare le singole analisi sui fatti narrati... (Brunello Mannini)

 

 Elisa Orzes Grillone ci regala, all'alba del ventunesimo secolo, coriandoli di bellezza che assumono le variegate forme artistiche di poesia, prosa e pittura, a testimonianza dell'eclettismo della nostra autrice. La poesia, rappresentazione lirica di sentimenti e sensazioni, è la sorgente primaria da cui trae nutrimento l'ispirazione artistica di Elisa Orzes Grillone che traspare sapientemente e garbatamente anche dalla pagine di prosa, ricche di citazioni in versi: "Non piangere/mia Diletta sposa/non odi?/Nel gentile zeffiro/il canto delle foglie della Faggeta?" si legge in una delle pagine conclusive de "L'orso della Faggeta" ed è la scrittrice ad alimentare il romanticismo dell'animo di Emilio Collante, il protagonista maschile del romanzo, giovane cavaliere senza macchia e senza paura, colto e "orso" buono. Come, del resto, tutti i personaggi del libro: la delicata, ma volitiva, Diletta, i Conti Orseno, il fedelissimo Cesare, non ultimo il paesaggio una grande tenuta nel cuore della fertile Toscana, ricca e generosa d'olio d'uliva e di vini pregiati, nonché d'Arte e di bellezze naturali. E il suggestivo bosco della Faggeta più che mera cornice per lo svolgersi della vicenda: una storia d'amore a lieto fine sullo sfondo storico degli anni venti del secolo scorso, particolarmente fecondi dal punto di vista culturale e finalmente disponibili a varcare i confini nazionali...(Silvia Frigenti)

 Eliza Orzes Grillone

L'orso della Faggeta

Nuova Impronta Edizioni

 

 

Carlo Salvadori

Storia e immagini

pubbliche assistenze riunite

Ibiskos Editrice

 

 In un'epoca di sprechi esasperati coniugati con miserie d'ogni genere, gli sprechi estesi al "battimano" perfino davanti a fanciullaggini che non meriterebbero neppure lo sforzo di uno sbadiglio, questa storia non può che essere salutata con un battimano vero. È palese che, poco importa, non "farà notizia", come usano dire la mattina presto certi consumisti (non consumatori) di parole stampate, forse in cerca solo di emozioni, perché anniversari del genere sono consueti e diffusi, quello di Empoli uno dei tanti. E poi che notizia sarebbe oggi, uno sguardo che retrocede a una preistoria fatta di carri trainati da cavalli, di persone così seriose e composte davanti alla lastra del fotografo di allora? E invece dovrebbero essere proprio anche queste simboliche figure sodali a "fare notizia", altro non fosse al pensiero del loro rivivere dentro il lamento crescente della sirena di una veloce ambulanza che improvvisamente ci colga al volantenon senza turbarci (si spera) o di soprassalto ci svegli nella notte profonda a comunicarci di nuovo il suo coinvolgimento nella sorte di una vita umana. Furono loro infatti gli antesignani di quel "convinto altruismo", oggi non più "pietà" ma "gioia del soccorso", quale si rispecchia nelle testimonianze che il libro ha raccolto da giovani desiderosi di "fare qualcosa per gli altri" o optando per "un modo migliore per occupare il tempo libero"... (Brunello Mannini)

 

 Marzo 2003

Settembre 2003