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Da molti anni un cespuglio di finocchio selvatico rallegra un angolo dell’orto. Non necessita di alcuna cura, solo di essere lasciato in pace e ad ogni primavera mi regala soffici ciuffi di foglie, delicate al tatto ed al gusto. D’estate gli steli robusti si innalzano oltre due metri e si ricoprono di frutti, deliziosi da masticare quando ancora verdi o da sgranocchiare quando imbruniscono, verso la fine della stagione. È una delle piante officinali più usate fin dall’antichità, citata nel Papiro Ebers (Egitto, 1550 A.C.), nella farmacopea greca e romana e nella Regola Sanitaria Salernitana (ca. 1100).

Perle:

Il finocchio ha qualche valore nutritivo, ma viene usato soprattutto per i suoi effetti medicinali. Gli erboristi riconoscono al finocchio diverse proprietà: è un antispasmodico intestinale che dà sollievo agli spasmi e ai crampi; è un carminativo che aiuta a espellere i gas; è uno stomachico che tonifica e rinforza lo stomaco; è un anodino che guarisce o allevia il dolore. Inoltre il finocchio contiene sostanze dette “fitoestrogeni” che lo rendono utile nella terapia di molti disturbi femminili, in particolare in menopausa. Il finocchio è ancora più ricco di curarine del sedano e della carota. (Michael T. Murray – Il potere curativo dei cibi – RED Edizioni, Como 1997)

Il finocchio ha un piacevole aroma di anice, foglie di consistenza piumosa, ombrelle di fiori estivi, semi ricurvi, scanalati e una radice ispessita. I semi aromatizzano il pane, il curry, la torta di mele e le salse per i pesci e, germinati, sono usati in insalata. La loro essenza aromatizza i liquori e il dentifricio. Vengono masticati per inibire la fame e alleviare l’indigestione. In infusione si usano contro la stitichezza, per aumentare la montata lattea, regolare le mestruazione e, insieme all’estratto della radice, hanno potere disintossicante e diuretico nelle diete dimagranti. Il finocchio può essere usato per ristabilire il fegato in seguito a danni provocati dall’alcol. Il distillato del seme e della foglia facilita una pulizia profonda della pelle e l’olio essenziale (usato con cautela) è un utile tonico per il massaggio dei muscoli. (Lesley Bremness – ERBE - RCS, Milano 1994)

Il finocchio è una tipica pianta mediterranea che già i greci apprezzavano e che i romani contribuirono a diffondere in tutta l’Europa continentale. Forse però non tutti sanno che Maratona, il nome della località della Grecia dove gli ateniesi sconfissero i persiani nel 490 a.C. significa appunto “campo di finocchi”… Circa le virtù terapeutiche del finocchio, Plinio lo raccomandava caldamente nella cura della vista. Egli aveva infatti notato che, dopo aver persa la pelle, i serpenti usavano strofinarsi contro le piante di finocchio e che poco dopo i loro occhi vitrei si schiarivano. Nel Medioevo fu attribuita alla pianta anche la virtù di antidoto contro la morsicatura di rettili velenosi. Nelle formule magiche medioevali il finocchio era invocato per combattere l’inganno e la stregoneria. In base alla “dottrina dei segni”, i fiori gialli del finocchio venivano posti in relazione con la bile, anch’essa gialla, del fegato, sicché la pianta era raccomandata per combattere l’itterizia e per questo Carlo Magno ordinò che fosse coltivata in tutti i giardini erboristici dell’Impero. (Cent’erbe – Nardini Editore, Fiesole 1996)

Per il meteorismo sono utili tre infusioni, ottenute rispettivamente da semi di finocchio, di anice e foglie di alloro. Per l’alloro bastano 3, 4 foglie per tazza d’acqua per 10 minuti di infusione (2, 3 tazze al giorno), per l’anice si consiglia la dose di 1 o 2 cucchiaini per tazza d’acqua di cui berne 2 o 3 al giorno dopo i pasti, sempre per 10 minuti di infusione; è consigliabile non superare i 15 giorni continuativi di trattamento. Per il finocchio i quantitativi sono lievemente diversi: l’adulto può infatti usarne 3, 4 cucchiaini di semi (per tazza d’acqua, per 10 minuti) e può berne più tazze al giorno, senza alcun limite di tempo… (Attilio Speciani – Guarire con la natura – Oscar Mondatori, Milano 1987)

Rabelais si permetteva scherzi di cattivo gusto con questa verdura. Il fatto è che il finocchio possiede virtù “carminative”, cioè espelle i venti dall’intestino. Questa però è una virtù, non un difetto. A questo titolo, la vecchia abitudine di mettere qualche foglia di finocchio selvatico tritato nei legumi e negli ortaggi di difficile digestione (fagioli, fave, cavoli…) è molto valida. Il finocchio attiva le contrazioni dei muscoli intestinali… Sotto tutte le sue forme, il finocchio è molto digeribile, calmante per lo stomaco e l’intestino, dolcemente lassativo e diuretico. Inoltre ha il potere di regolarizzare le mestruazioni capricciose  e di stimolare quelle insufficienti, il che gli ha dato fama di essere abortivo perché scatena le emorragie… (Maurice Mességué – Ha ragione la natura -  Oscar Mondadari, Milano 1989)

La ricetta :

Vino medicinale digestivo: in un litro di marsala far macerare per una settimana 100 gr di semi di finocchio, 50 gr di anice stellato, 5 gr di semi di coriandolo e 2 chiodi di garofano. Filtrare accuratamente e conservare in una bottiglia scura. La dose è un bicchierino prima dei pasti. (Enciclopedia della medicina alternativa – Gruppo Futura, Bresso 1995)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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