Sportello Salute |
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Probiotici e prebiotici |
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Cos’hanno in comune i fermenti lattici e la dieta mediterranea? Fino a qualche anno fa, proprio nulla. Quelle fialette di vetro scuro con il cappuccio di alluminio, scomodissimo da aprire, sono un ricordo d’infanzia per molti di noi. Poi vennero le capsule e le compresse di liofilizzato, decisamente più comode da assumere “per precauzione” soprattutto per contenere gli effetti indesiderati di una cura con antibiotici. Qualche illuminato clinico prescriveva una dieta a base di yoghurt. Nella generalità dei casi, si riteneva corretto mantenere vitale la flora batterica intestinale per evitare fastidiose diarree.
La dieta mediterranea era invece poco più di una
moda. Quando qualcuno scriveva che mangiar pane e mozzarella e pasta
col pomodoro poteva avere effetti antitumorali era per una evidente
forma pubblicitaria o per nostalgia di Napoli. La maggior parte
del mondo occidentale non avrebbe mai pensato che una fetta di pane
integrale imburrata fosse più salutare di una bistecca alla
fiorentina. Fino a qualche anno fa…
Poi gli americani scoprirono i probiotics, i prebiotics
e i symbiotics, che noi abbiamo ordinatamente tradotto in probiotici,
prebiotici e simbiotici. Come al solito, molti nomi scientifici
derivano da parole greche o latine, però noi adesso dobbiamo
tradurle dall’inglese.
Il termine probiotico (per la vita) fu coniato nel 1965,
come opposto di antibiotico (contro la vita), per indicare genericamente
quelle sostanze che favoriscono la crescita dei microrganismi (per
inciso il termine antibiotico fu applicato, nel 1928, alla scoperta
di A. Fleming: la penicillina, sostanza che ne impedisce la crescita).
Più di recente incontriamo i prebiotici e la loro
definizione secondo Gibson e Robertfroid: “Prebiotico è un
componente alimentare non digeribile che stimola la crescita e/o
l’attività di un limitato numero di batteri presenti nel
colon, migliorando la salute dell’ospite”.
Infine, il simbiotico è un prodotto alimentare
in cui sono presenti sia probiotici che prebiotici.
Dire semplicemente che i fermenti lattici fanno bene è generico e troppo riduttivo, per cui ritorneremo sull’argomento. Negli ultimi quattro anni sono fioriti gli studi e le ricerche su questi probiotici come supplemento alimentare umano. Ne sono scaturite informazioni estremamente promettenti e speranze addirittura di effetti miracolosi. Pur restando con i piedi per terra, possiamo raccogliere nozioni su queste certezze e su queste speranze e su come la natura abbia già superato la fase della scoperta e della sperimentazione, la medicina no.
Perle:
I batteri presenti nelle vie aeree, nel sistema digerente, sulla nostra pelle (migliaia di miliardi) sono 10 volte più numerosi delle cellule di cui il nostro corpo è composto.
Tra le centinaia di specie di batteri buoni che possono colonizzare l’intestino, ogni persona possiede i suoi personali probiotici, probabilmente da 4 a 10 ceppi.
In particolare i lactobacilli colonizzano l’intestino tenue, mentre i bifidobatteri l’intestino crasso. Si ritiene che una maggior varietà batterica porti effetti più salutari.
Le sostanze naturali che possono fregiarsi del titolo “prebiotico” sono quelle contenenti carboidrati, cioè: cipolle e agli, carciofi, porri, cicoria, cereali e soia, frutta e miele.
Solo a titolo di esempio, tra i benefici effetti dei batteri buoni si riscontra la produzione di acido lattico, fondamentale per la salute delle cellule dell’epitelio intestinale; la produzione di enzimi per la digestione di carboidrati, proteine e grassi; l’aumento dell’acidità intestinale con conseguente riduzione della presenza di batteri patogeni; la competizione ambientale con altri microorganismi dannosi, mantenendone sotto controllo la proliferazione.
La ricetta :
Una fetta di pane integrale spalmata di miele, accompagnata con una scheggia di formaggio è, oltre che un cibo sublime, un ottimo esempio di “symbiotics”.
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